A Gianni Testoni la sua città
  Ho fortemente voluto lo Spazio Gianni Testoni nel luogo che fu sede della Galleria 2000 a Bologna in Via D’Azeglio 50.
E’ stata Carla Masotti, che per tanti anni l’ha condotta insieme a Giancarlo Franchi, ad avere chiaro ciò che per Gianni Testoni era indispensabile: un luogo culturale storico permanente a Bologna a lui dedicato, attraverso il quale continuare a far conoscere la sua inconfondibile capacità artistica, espressione della sua profonda sensibilità umana e del suo impegno sociale.
Bologna, città dal nome rotondo e pieno, che evoca colore, cultura e fucina di idee, è stata la città di Gianni Testoni.
Lui che si definiva “bolognese doc”, l’ha vissuta e criticata, ma sempre amata. Ad ogni viaggio, che fosse a breve distanza o fino all’estremo Oriente, era sempre felice di ritornare per orgoglio e profondo senso di appartenenza ad una comunità cittadina che ha sempre insegnato, anche a coloro che vi sono giunti da fuori, il concetto di dignità umana.
A Gianni piaceva rievocare il linguaggio colorito e “dotto” del nonno Ercole Testoni ed erano dolcissimi i suoi racconti sul padre Amleto Testoni, che come lui, hanno sempre voluto stare dalla parte dei più deboli.
Gianni Testoni, profondo intellettuale e sognatore con i piedi per terra, non ha mai voluto lasciare il suo lavoro per dedicarsi solo alla sua arte, per riuscire a capire dall’interno del sistema quali fossero le difficoltà di chi lavorava con lui e quali fossero le possibilità di mutamento del sistema stesso, per migliorare, almeno nel suo entourage, le condizioni di vita e di lavoro di ciascuno, anche di chi gli era contrario o opposto negli interessi sociali.
Da lì carpiva il senso delle cose degli umani. Dal contatto quotidiano con la realtà analizzava e scrutava i vizi e le virtù dei suoi simili e oltre al dialogo, sempre passionale e acceso, attraverso la sua ricerca artistica tentava di meglio comprendere il perché dei mali del mondo e con i suoi quadri creava messaggi, graffianti, ironici, ma sempre propositivi di idee per un cambiamento.
Dalle sue opere sarà sempre possibile leggere i suoi pensieri e la sua sofferenza per l’incapacità umana di amare fino in fondo il bene prezioso della vita.
Della sua vita, che fino agli ultimi giorni, lui diceva che tanto gli aveva tolto, ma altrettanto gli aveva dato: il piacere di capire e di amare il bello, la conoscenza storica e la capacità di analisi, la capacità dialettica e quella espressiva della sua arte.
Ora Bologna lo accoglie di nuovo perché non sia mai possibile dimenticarlo e perché i suoi quadri siano di tutti coloro che lo hanno conosciuto, amato e criticato e che altri ancora possano conoscerlo.

Paola Veronesi Testoni
 
     
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