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La performance di Mirta Carroli al Mooma
di Shanghai, nel ricordo di Paola Veronesi Testoni, titolare dello SPAZIO
TESTONI LA 2000+45 di Bologna
“Che dire, io amo Shanghai, e adesso che ho vissuto l’esperienza
con Mirta Carroli in performance al Mooma nel quartiere delle gallerie
M50 a Moganshan, sono ancora più affascinata dalla magia di quella
città fantastica, imprevedibile, irripetibile e unica.
Sono andata per la prima volta a Shanghai nel 1997 e ricordo perfettamente
la sensazione di orgoglio che provai camminando sul Bund al tramonto
con ancora in mente l’ultima discussione di lavoro con un mio
cliente prima di partire per la Cina. La bellezza del lungofiume alla
luce radente del sole calante alle mie spalle, il flusso ininterrotto
di persone che affollavano la balaustra di fronte al Pudong al di là
del fiume Huamgpu in attesa che si accendessero le luci a disegnare
lo skyline degli edifici e la gioia di passeggiare di fianco a Gianni
in quel luogo, mi fecero pensare quanto fosse ininfluente, rispetto
a una tale visione, la quotidianità del lavoro e immediatamente
me ne dimenticai per concentrarmi soltanto su quanto i miei occhi potevano
vedere di tanto affascinante.
Ci sono tornata subito l’anno dopo e poi finalmente per la terza
volta quest’anno, nella mia attuale veste di titolare della galleria
SPAZIO GIANNI TESTONI LA 2000+45 di Bologna, al seguito di un evento
d’arte organizzato da Tiziana Leopizzi di Genova che ha portato
un gruppo di 15 gallerie italiane con ARTOUR-O a Shanghai. Di Mirta
Carroli dalla Galleria Ellequadro di Genova è stata esposta una
scultura e 15 disegni all’EXPOCASA, uno spazio espositivo che
nel contesto presentava arredi e oggetti di alto design italiano in
contemporaneo allestimento con le opere d’arte presentate dalle
gallerie soltanto italiane partecipanti all’evento.
Mirta Carroli e altri artisti presenti sono stati invitati a realizzare
un loro lavoro in performance live all’interno dello spazio del
MOOMA, uno studio di design e comunicazione a Moganshan presso l’M50,
il nuovo quartiere delle gallerie d’arte contemporanea di Shanghai.
In questo quartiere si sta sviluppando il nuovo fulcro dell’arte
contemporanea mondiale e sono già presenti innumerevoli gallerie
in spazi industriali dismessi di grandi e piccole dimensioni, alcuni
allestiti meravigliosamente che espongono opere veramente interessanti.
Partite io e Mirta Carroli da Bologna accompagnate dal critico d’arte
e curatore Alberto Mattia Martini, al nostro arrivo a Shanghai abbiamo
trovato ad attenderci un “allarme-tifone-monsonico”, più
preoccupante per i nostri amici e parenti rimasti in Italia, che non
per i cittadini di Shanghai, che apparentemente non manifestavano alcuna
preoccupazione se non quella di dover continuamente acquistare ombrellini
cinesi pieghevoli immediatamente poi distrutti dalle raffiche di vento
che colpivano l’incessante e frenetico andirivieni di persone
sul lungo fiume.
Mirta aveva studiato un progetto segnico-pittorico ispirato dalle sue
sculture sul “Tribale” presentate alla sua ultima personale
inaugurata l’8 settembre scorso presso la galleria Plurima di
Udine. Ma non era pienamente soddisfatta e fin dal primo momento in
cui ha respirato l’aria non propriamente salubre della megalopoli
cinese che conta ormai più di venti milioni di abitanti, ha iniziato
ad assimilare i significati e le profonde suggestioni che percepiva
dalla scrittura e dalla grafica cinese. Ne ha voluto comprendere il
gesto, ha voluto toccare e fare sua la carta su cui erano tracciati
gli ideogrammi, ha indagato la qualità degli inchiostri e delle
chine e ne ha voluto sperimentare l’esecuzione in proprio rimanendo
chiusa da sola fino a tarda notte nella sua stanza d’albergo,
lasciando me e Martini insieme al resto della comitiva dei galleristi,
fuori dal suo spazio intimo creativo.
Dopo una settimana di alimentazione cinese a base soltanto di riso e
mille immagini impresse nella memoria e nell’anima, è arrivato
per Mirta il giorno della performance.
Il Console Italiano a Shanghai le ha messo a disposizione un taglio
di bellissima seta bianca di manifattura italiana sulla quale Mirta
doveva realizzare la sua opera.
Ha iniziato lei il programma della serie delle performance. Quando si
è alzata e ha girato le spalle al pubblico esperto presente,
disseminando i suoi disegni a terra davanti alla seta bianca fissata
alla parete, è calato immediatamente un irreale silenzio.
Mirta indossava una redingote nera di santung che le scendeva svasata
dolcemente sui fianchi disegnandole il portamento elegante e slanciato.
Si è concentrata sul bianco della seta e pareva leggermente sollevata
dal pavimento mentre avanzava e si riallontanava dalla parete per controllare
la proporzione dei segni che affioravano dai suoi pennelli bagnati nelle
chine nere e poi rosse che aveva disposto di fronte a sé. Un
giovane DJ italiano aveva messo in sottofondo una musica fatta di suoni
leggeri e sussurri di voci molto emozionanti e Mirta sembrava dentro
a quella musica e completamente al di fuori della consapevolezza di
avere un folto pubblico ad osservarla.
Mentre affiorava il disegno, prima a tratti leggeri soltanto neri, poi
più intensi, per arrivare ai rossi colati e intersecati nella
grafica decisa e senza errori, tutti gli astanti sembravano esterrefatti
nel corso del divenire della sua opera intrisa di significanze orientali
e occidentali, colte e raffinate, stratificate dalla profonda conoscenza
del segno che sempre connota le opere pittoriche e scultoree di Mirta
Carroli.
L’opera è stata realizzata in modo perfetto in circa 30
minuti e Mirta l’ha siglata con un sigillo cinese che aveva acquistato
il giorno prima tra le centinaia e centinaia in vendita nei vari negozi
e ai banchetti del bazar intorno alla Casa da Te nella Città
vecchia, da lei scelto per la bellezza dell’incisione senza saperne
il significato. Il Console italiano a Shanghai ce lo ha spiegato: il
sigillo scelto da Mirta significa “Il buon esito del contratto”,
sottolineando che si tratta di un sigillo importante, con il quale Mirta
ha siglato un ‘opera che farà parte per sempre del patrimonio
dell’Impero del Cielo e dell’umanità intera, ora
esposto permanentemente a Shanghai presso il Consolato Italiano, che
lo ha voluto per poter affermare che una grande artista italiana, Mirta
Carroli, ha saputo cogliere da occidentale in una sola settimana di
permanenza a Shanghai la profondità e la bellezza del segno cinese
facendolo proprio in una sua opera meravigliosa
Settembre 2007
Paola Veronesi Testoni |